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Nell'VIII secolo a Lanciano ha avuto luogo un evento che la Chiesa cattolica considera il primo Miracolo eucaristico. Il racconto tradizionale narra che un monaco basiliano, mentre celebrava la Messa, dubitò della presenza reale di Cristo nell'Eucarestia e che immediatamente l'ostia divenne carne e il vino sangue. Da allora le reliquie del Miracolo sono conservate nella basilica di San Francesco, costruita sopra il sito dove avvennero i fatti. La chiesa è edificata nel 1258 al posto di una precedente, risalente al VII secolo e dedicata ai Santi Legonziano e Domiziano. L'interno recentemente bonificato dagli interventi barocchi è tornato alla linearità delle progetto originario. Tra il 1730 e il 1745 il santuario è stato oggetto di massicci interventi di adeguamento ai canoni estetici del periodo, che gli hanno conferito l'attuale aspetto barocco, con navata unica ampia ed alta. Le reliquie del Miracolo Eucaristico, l'ostia di carne e il calice con i cinque grumi di sangue rappreso, sono esposti permanentemente sull'altare maggiore in un ostensorio, e sono diventati meta di pellegrinaggio per centinaia di migliaia di persone ogni anno. Tra il 1970 e il 1981 le reliquie sottoposte a diverse analisi scientifiche hanno confermato che sia l'ostia che i grumi sono costituiti da tessuti e da vero sangue umano. La chiesa, ritenuta la più antica di Lanciano era già esistente nel 1059. Il campanile è stato costruito nel 1345, come da iscrizione presente su uno dei prospetti. La facciata principale si innesta su un alto zoccolo, interrotto in prossimità del portale. La cripta, accessibile da uno stretto portale in pietra, ha impianto a due navate con absidi, parallele all’asse della chiesa superiore. Il campanile costruito nel 1345 sulla parte posteriore della chiesa, ha una solida muratura in mattoni faccia vista, decorata da cornici realizzate con arcatelle cosiddette “a spigolo” o “alla cappuccina". Degli originali sei altari minori oggi ne rimangono solo due, collocati nelle vicinanze del presbiterio. L'opera di restauro in occasione del Giubileo del 2000 ha restituito alla chiesa il suo splendore settecentesco.