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Il sito occupato dalla Chiesa Parrocchiale di San Nicola di Bari nel centro storico di Taranta Peligna è veramente singolare: posta su una rupe a strapiombo sulla valle del fiume Aventino, la Chiesa domina dall’alto un vasto panorama di rara bellezza. La sua posizione si spiega ricordando che, sebbene già esistente prima del Trecento, fu rimaneggiata nel Settecento recuperando parti dell’antico castello, posto in luogo dominante per ragioni difensive. Per accedere all’edificio sacro si sale per una scalinata a doppia rampa. Nella facciata, tripartita da lesene, si può ammirare l’artistico portale della fine del Cinquecento, sormontato da un timpano triangolare spezzato. I battenti in bronzo sono opera recente dello scultore Santeusanio. Al di sopra del portale si apre una finestra rettangolare; il coronamento della facciata, ad arco ribassato, è formato da una cornice di coppi. Sulla destra, in alto, è collocato l’orologio. Pure interessante è il campanile, che si affianca alla Chiesa nella parte posteriore: diviso in due parti da un marcapiano, ha la cella campanaria aperta sui quattro lati da archi a tutto sesto. Nell’interno si trovano alcune opere d’arte degne di osservazione: tra esse, un quadro del Seicento con l’Assunta e i Santi Nicola, Donato, Biagio e Ubaldo e un Crocifisso su tavola, del Quattrocento, attribuito ad Antoniazzo di Romano. Secondo una leggenda locale, questo Crocifisso sarebbe stato trovato da un agricoltore che, insospettito dall’improvvisa sosta dei suoi buoi nel campo, aveva scavato nel terreno fino a recuperare l’oggetto sacro.