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Sull’altipiano dove un tempo aveva sede l’Abbazia di santa Maria dello Spineto si sono rinvenuti i resti di un insediamento dei Sanniti Carecini, divenuto municipio romano, insieme con Cluviae e Juvanum, all’indomani della Guerra sociale, cioè nel primo secolo avanti Cristo. Tracce del precedente periodo sannitico sono state individuate tra i resti dell’Abbazia: si riferiscono a un santuario sannitico del terzo o secondo secolo avanti Cristo e ad un recinto sacro ancora più antico, in muratura poligonale. Il “vicus”, come attesta un’epigrafe del tempo dell’imperatore Adriano, dell’inizio del secondo secolo dopo Cristo, aveva nome “Trèbula”, che significherebbe “casale”. Gli scavi archeologici effettuati nella zona hanno consentito di riportarne alla luce alcuni elementi: parte dell’arena di un piccolo anfiteatro, probabilmente del primo periodo dell’Impero romano, il recinto sacro di un santuario, secondo alcuni studiosi dedicato a Juppiter Trebulanus, cioè a Giove di Trebula, alcuni tratti del pavimento della cella e il podio dello stesso tempio. Sul lastricato dell’area sacra, costituito da bàsoli poligonali, è possibile individuare lo spazio su cui sorgeva l’ara. Oltre a questi resti edilizi la località di Trebula ha restituito anche alcune iscrizioni incise su marmo che offrono ulteriori testimonianze sull’antico centro abitato. Inoltre, è stata individuata nei pressi una necropoli, databile al primo secolo avanti Cristo. Come avvenuto in molte altre situazioni analoghe, pure nel sito di Trebula in età medioevale sorse un nuovo insediamento, in questo caso l’Abbazia benedettina di Santa Maria dello Spineto, della quale oggi non restano che pochi muri perimetrali.