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L’antico borgo di Montenerodomo sorge su un colle roccioso a 1130 metri di altitudine; nelle sue adiacenze si trovano alcuni tratti di mura megalitiche, cioè costruite con pietre accumulate a secco. Sono i resti dell’insediamento sannitico, che storicamente è considerato il più antico della zona. Benedetto Croce, la cui famiglia era originaria di Monenerodomo, nel suo saggio storico su questo centro parla di un “oppido” testimoniato dagli “avanzi di quelle mura poeticamente denominate ciclopiche”, come se fossero state erette da giganti della taglia dei Ciclopi. Tra il quarto e il terzo secolo avanti Cristo la località fu abbandonata e il centro abitato si spostò nella zona pianeggiante di Juvanum, dove si trovano resti di questo secondo insediamento. E’ probabile che lo spostamento fosse determinato dalla maggiore accessibilità di Juvanum rispetto all’impervia posizione montuosa su cui era sorto l’insediamento sannitico. Un nuovo trasferimento si realizzò nell’epoca medioevale, quando, in seguito al diffuso fenomeno dell’incastellamento, le popolazioni preferirono abitare in luoghi elevati e di disagevole accesso, per difendersi meglio da attacchi nemici. Le condizioni di vita di allora, infatti, erano rese ben difficili proprio dalle frequenti ostilità tra paesi e signori feudali anche vicini, sicché le ragioni di difesa erano prevalenti rispetto ad altre esigenze. Pertanto gli abitanti di Montenerodomo tornarono a ripopolare il sito, già abbandonato, che era stato abitato dai loro antenati Sanniti, mentre a sua volta la località che aveva visto fiorire la città di Juvanum rimase in abbandono e cadde in rovina.