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Nella piccola piazza di Montenerodomo sorge la Chiesa di San Martino, edificata, secondo le fonti della storia locale, nel quattordicesimo secolo. Benedetto Croce nel suo saggio dedicato al paese d’origine dei suoi avi paterni descrive succintamente il luogo dove si trova questa Chiesa: “un angusto spiazzo tra le due case, chiuso nel fondo dalla chiesa di San Martino” e lo definisce “il cuore della piccola terra di Montenerodomo”. Per quanto riguarda la struttura dell’edificio, da notare l’impiego di materiali poveri, forse ricavati dal territorio stesso, come la pietra calcarea e conci non sempre squadrati, misti a qualche elemento laterizio. Il portale che si apre nella facciata è pure in pietra ed è chiuso da un arco a tutto sesto. E’ affiancato da due piccole aperture quadrangolari ad altezza d’uomo , simili alle “fenestrelle devotionis” che spesso si trovano sulle facciate delle chiese rurali, destinate ai viandanti desiderosi di guardare all’interno per recitare una preghiera. Sul portale si apre un’altra finestra di disegno circolare, anch’essa incorniciata in pietra. In alto, la facciata è chiusa da un cornicione orizzontale formato da tre file di tegole a disposizione sfalsata. Al di sopra di questo cornicione si erge un piccolo campanile a vela. Nell’interno, l’aula adibita alle funzioni religiose ha un perimetro rettangolare. Come ricorda Benedetto Croce, nei pressi della Chiesa di San Martino si apriva una delle due porte del borgo, mentre l’altra si trovava al capo opposto del paese, accanto alla Chiesa di Santa Giusta, poi scomparsa.